Introduzione.

La Senza Barriere ONLUS Cooperativa Sociale, con l’attività della Cineteca audio per i ciechi italiani, ha permesso per la prima volta ai bambini e agli adulti privi della vista l’accesso all’arte cinematografica. Ma come è nata questa opportunità per molti disabili visivi di "vedere" i film?


La "visione" cieca di un film.

Tutto ebbe inizio in Trentino, ai piedi della catena montuosa del Lagorai, nella sala cinematografica del paese di Castello Tesino. In una fredda serata di fine inverno del 1998, al cinema della piccola comunità veniva proiettato il film La vita è bella con Roberto Benigni, evento particolarmente sentito nel borgo montano. In una casa del centro storico Anna, insegnante di lettere delle superiori ed appassionata di teatro e cinema, cercava di coinvolgere il marito Eraldo rimasto cieco in gioventù, per condividere la serata. Ma oggi cosa si ricorda Eraldo?
Sicuramente l’entusiasmo di Anna per l’evento cinematografico, ma anche il mio desiderio di starmene a casa. Ho cercato in tutti i modi di assopire in mia moglie il suo adrenalinico entusiasmo. Visto che non mi riusciva, le dissi per l’ennesima volta che il luogo meno adatto per un cieco è una sala cinematografica. Lei spense per un attimo il suo sorriso e disse: “È da quindici anni che sono i tuoi occhi, perché non usarli per descriverti le scene prive di dialogo nel film?”. La mia risposta, fu il silenzio rassegnato di chi doveva partecipare per alcune ore ad un evento visivo, in contrapposizione alla mia condizione di privo della vista.
All’ingresso del cinema si ebbe subito la certezza del successo dell’iniziativa. Il solo pensiero di sedermi davanti ad un grande schermo senza vedere nulla e fissarlo come gli altri spettatori mi alimentava un sorriso dolce-amaro. A distogliermi da questo mio stato intervenne la ricerca affannosa tra la gente di due posti a sedere uno a fianco all’altro. Trovate ed immersi in due comode poltroncine, avvolti dal brusio assordante della gente in attesa dell’inizio del film, Anna per l’ennesima volta iniziò un monologo per introdurmi alla conoscenza dell’arte cinematografica. Non feci in tempo a ripetere la mia incompatibilità, le luci si spensero e la sala sprofondò in un religioso silenzio.
L’incipit fuori campo e le note iniziali della colonna sonora de La vita è bella attirarono la mia attenzione, ma per comprendere cosa stesse succedendo nel film,intervenne Anna, che iniziò una descrizione alla quale ne segui una seconda e poi una terza; fino a quando alle nostre spalle una voce roboante e decisa coprì il sonoro dell’opera esclamando:
“Signori, non ho mica pagato il biglietto per venire ad ascoltare la radiocronaca del film!”.
Capii subito che Anna stava per intervenire, ma la mia mano strinse il suo polso e l’unica frase che uscì dalle mie labbra fu:
“Ci scusi signore, Lei ha ragione”.
Dissi sottovoce a mia moglie: “Lascia perdere, cerco di seguire il film da solo”. Un forte disagio per l’accaduto si impadronì di me. L’unico desiderio era di uscire dalla sala, ma non lo feci per rispetto ad Anna. Mentre le immagini del film si succedevano, per la prima volta non cercavo di dare forma alla storia, ma la mia mente iniziò a catturare ed immagazzinare dialoghi, rumori, silenzi, colonne sonore del film, come se dovesse comporre un puzzle. In quel gioco ad incastro mancavano però i fotogrammi: volti, espressioni, costumi, ambientazioni, colori, tutti ingredienti che amalgamati tra loro, determinano la comprensione e il valore dell’opera cinematografica. Questo mio articolato tentativo di dare forma a quanto non vedevo, fu interrotto dall’applauso scrosciante e interminabile del pubblico.
All’esterno del cinema mi trovai coinvolto in un capannello di persone, dove i commenti al film si succedevano. Non so cosa dissero, perché il mio pensiero volò al tempo della fanciullezza, quando la domenica si andava al cinema dell’oratorio. Una riflessione mi venne spontanea: i percorsi didattici nelle scuole italiane prevedono anche la visione di film, opportunità che esclude gli studenti privi della vista. Come si può eliminare questa barriera culturale, rendendo accessibili le opere cinematografiche? La domanda mi accompagnò ossessivamente per tutta la notte.



Alla ricerca delle risposte.


Il mattino l’attività frenetica di socio volontario della Senza Barriere ONLUS anestetizzò il quesito; quesito che però si ripresentò puntuale la notte successiva, in tutta la sua pienezza.
Mi girai e rigirai nel letto più volte, fino a quando fissai metaforicamente il soffitto, che divenne uno schermo cinematografico dove la mia mente iniziò a proiettare dialoghi, rumori, silenzi e musiche immagazzinati nella proiezione de La vita è bella. La mia attenzione si soffermò sui silenzi del film, protagonisti diretti della parziale o totale incomprensione dell’opera cinematografica da parte dei ciechi.
Il mattino dopo, a colazione, Anna ascoltò attentamente la mia riflessione notturna. Disse: “Troppo scontata! Se vuoi, questa sera ci mettiamo seduti comodi sul divano, telecomando in mano, e analizziamo fotogramma dopo fotogramma un film”.
Venne il dopocena. La prima domanda: “Quale film?”. Anna passò in rassegna i molti titoli disponibili e la scelta cadde su Innamorarsi, regia di Ulu Grosbard, con Meryl Streep e Robert De Niro. Inserita la VHS nel videoregistratore, Anna si munì di bloc-notes e penna e premette il tasto play. Per me non iniziava un film, ma la risposta alla domanda entratami in testa pochi giorni prima. Guardammo e riguardammo l’opera cinematografica. Ad ogni visione, invece di trovare la risposta alla domanda, aumentavano i quesiti su come si potesse rendere accessibile ai ciechi un prodotto nato per essere visto. Se per la stesura dei testi descrittivi delle scene prive di dialogo nel film era sufficiente la competenza professionale di Anna, la difficoltà si manifestava su come intervenire tecnicamente senza modificare l’opera filmica.
Le numerose domande della serata vennero trasferite nella sede della Senza Barriere ONLUS ai soci anche non vedenti, i quali mi chiesero di sviluppare un progetto in grado di trovare le risposte al quesito: un film può essere seguito integralmente dai ciechi?
La risposta venne nel 1999, quando l’amico Paolo Sordo prese in gestione una sala cinematografica, dove cercavo senza l’aiuto di nessuno di seguire le storie proiettate sul grande schermo. Voci, suoni e silenzi dei film dei generi drammatico, commedia, azione, thriller, fantastico, animazione, fantascienza si succedevano, trasmettendomi il più delle volte una sensazione di sconforto, per non essere riuscito a seguire e comprendere integralmente molte delle storie proiettate. Una delusione subito sostituita da un incomprensibile interesse per l’arte cinematografica, per nulla attinente alla mia condizione di cieco.
Dalla proiezione de La vita è bella di quel fine inverno del 1998, per diversi anni mi trovai in un percorso solitario a “visionare” decine di film, arrivando alla conclusione che solo l’inserimento di una voce fuori campo nella descrizione delle scene prive di dialogo avrebbe potuto rendere comprensibili le storie dei film ai ciechi. Ma da dove iniziare?



I questionari rispondono.

Il confronto con Nadia Costa, socia non vedente della Senza Barriere ONLUS, fu fonte d’ispirazione per la stesura di un questionario, successivamente inviato nel 2001 ad un campione di duemila disabili visivi sparsi su tutto il territorio nazionale. Oltre ai dati anagrafici conteneva in sintesi le seguenti domande: Sei cieco/a dalla nascita? - Se successiva a quale età? - Segui i film alla TV? - Quanti alla settimana? - I film alla TV li segui da solo o in compagnia di un vedente? - Il vedente ti descrive le scene prive di dialogo nel film? - Quanto è determinante il vedente per farti comprendere a pieno la storia del film? - Da solo, in TV, in che percentuale riesci a seguire le storie rappresentate nei film? - Vai al cinema? - Quante volte al mese? - Acquisti film su DVD o VHS? - Segui i film su VHS o DVD? - Indica almeno tre nomi di attori del cinema - Indica almeno due nomi di doppiatori italiani - Indica almeno due generi cinematografici preferiti - Vorresti ricevere a casa in prestito film dove una voce descrive le scene prive di dialogo? - Conosci in Italia organizzazioni che realizzano film audiodescritti? - Se vuoi aggiungi considerazioni e consigli.
Su 2000 questionari inviati 1358 vennero compilati e consegnati. Altri 558, per l’impossibilità dei ciechi di compilarli, vennero completati telefonicamente.
La prima analisi delle risposte portò una chiara indicazione: il 99% del campione seguiva i film alla TV, riuscendo a comprendere la storia esclusivamente se la sceneggiatura era lineare, con pochi personaggi abbinati a dialoghi serrati. L’aspetto più frustrante per i ciechi che seguivano da soli i film era la parte conclusiva delle opere, quando i dialoghi dei protagonisti risultavano assenti, rendendo incomprensibile il finale del film. Altri invece avevano al loro fianco vedenti, che descrivevano le scene prive di dialogo, ma il più delle volte la descrizione era fuori sincro e si sormontava ai dialoghi successivi, determinando una confusione narrativa nei ciechi. Analizzate le risposte dei questionari, il risultato era prevedibile: la quasi assoluta mancanza della cultura cinematografica nei disabili visivi. Tutti però esprimevano il desiderio di sperimentare per la prima volta l’ascolto di film dove una voce fuori campo descrivesse le scene prive di dialogo. Era giunto il momento per lo staff della Senza Barriere ONLUS di iniziare la sperimentazione.



La sperimentazione audiodescrittiva in un film.

L’occasione di produrre il film audiodescritto venne nel corso del 2002, nella nuova sede della Senza Barriere ONLUS, dove venivano già prodotte le audioriviste per i ciechi italiani. Ma da dove partire per dare concretezza al desiderio espresso dai non vedenti nel questionario? La risposta venne dai soci volontari della Senza Barriere ONLUS, tra i quali Anna Cassol (per il testo descrittivo del film Innamorarsi), Mario Costa (voce narrante), Giorgio Debiasi (tecnico montaggio audio-video) e Nadia Costa (non vedente per il test d’ascolto) oltre ad altri collaboratori. Iniziava dunque, in un ambiente adrenalinico, il lavoro sperimentale di un gruppo di volontari per realizzare senza risorse economiche il primo film audiodescritto.
Il mattino del 18 ottobre 2002, in una giornata dove i colori dell’autunno delineavano il profilo della catena montuosa del Lagorai, nello studio di registrazione della Senza Barriere ONLUS tutto era pronto. Nei presenti traspariva la speranza di aprire anche ai ciechi italiani, attraverso la produzione sperimentale del primo film audiodescritto, le porte della cultura cinematografica.
Il tempo nello studio di registrazione passava, ma la concentrazione nei presenti dava un valore effimero alle lancette dell’orologio. Le immagini, le voci, i suoni e le scene prive di dialogo, quest’ultime descritte dalla voce narrante, si amalgamavano lentamente tra loro. Dopo oltre dodici ore di lavoro ininterrotto, sui monitor video apparvero i titoli di coda del film. Sui volti dell’intero staff la tensione accumulata lasciò spazio ad un sorriso liberatorio. Il primo film audiodescritto, pronto ad entrare nelle case dei privi della vista italiani, era ultimato! L’adrenalina, che fino a quel momento aveva sostenuto tutti, lasciò il posto alla stanchezza, compagna per me ed Anna di una notte insonne, nella quale affiorarono entusiasmo, dubbi e perplessità, ma soprattutto la paura di aver dato vita ad un’opera audiodescritta non all’altezza delle aspettative dei ciechi italiani. Il silenzio della notte anestetizzò i pensieri e il sonno prese il sopravvento.
Il giorno dopo, nello studio di registrazione, chiesi al tecnico di darmi il film audiodescritto. Lui rispose: “Lo vuoi su supporto DVD o VHS?”. A queste parole, un’esclamazione affiorò repentina alle mie labbra: “È vero! Non ci avevo pensato”. Le mie mani si misero subito alla ricerca frenetica di un telefono; le dita digitarono nervosamente il numero di Nadia. Dopo qualche squillo, la sua voce dolce e pacata ebbe su di me un effetto rilassante: “Scusa Nadia, il film audiodescritto lo vuoi su DVD o VHS?”. Un breve silenzio riflessivo accompagnò la risposta: “Non ho questo tipo di lettori”.
Le sue parole mi diedero lo spunto per pormi una domanda importantissima: i ciechi dispongono in casa di un lettore VHS o DVD? Il quesito lo girai telefonicamente a un centinaio di disabili visivi sparsi equamente su tutto il territorio nazionale. Il risultato fu categorico: pochi possedevano riproduttori video e l’utilizzo veniva eseguito da vedenti. Quello che non mancava nelle abitazioni dei privi della vista, erano i lettori di audiocassette e CD. Scartata l’ipotesi di trasferire il film audiodescritto su supporto video, venne meno anche l’obsoleta audiocassetta. L’opera sarebbe stata trasferita su CD e utilizzata esclusivamente dai disabili visivi, nel rispetto del diritto d’autore. Ascoltai e riascoltai più volte il risultato del lavoro eseguito dal team della Senza Barriere ONLUS, che aveva dato vita alla speranza per molti ciechi di poter emozionarsi nell’ascolto di film, grazie all’utilizzo della tecnica audiodescrittiva. Il continuo e compulsivo ascolto dell’opera mi trasmetteva contrastanti stati d’animo, per come Nadia e il campione di privi della vista avrebbero reagito al test audio. Misi tra le mani di Nadia il CD e le dissi:
“Eccoti il primo audiofilm”.
Lei rispose: “Audiofilm?”.
“Audiofilm. Bello, non ti pare? Termine appena coniato!”.
La distribuzione dell’audiofilm Innamorarsi coinvolse un centinaio di ciechi sparsi sul territorio italiano. In attesa del risultato del test, cercavo di capire da non vedente quali fossero le criticità della prima audiodescrizione realizzata.
Molti dubbi affiorarono in me, ma avevo anche una consapevolezza: se in futuro avessimo prodotto molte opere filmiche, la stesura dei testi descrittivi e la tecnica di montaggio audio sarebbero con l’esperienza migliorate. D’altra parte non esistevano linee guida sull’audiodescrizione di opere cinematografiche in Europa. Avevamo dunque l’onere e l’onore di essere i primi ad esplorare questa nuova frontiera della comunicazione accessibile. Nei mesi successivi un turbinio di complimenti, commenti e soluzioni aggiuntive vennero dai ciechi che effettuarono il test d’ascolto. Entusiasmo condensato in un’unica richiesta:
“Ora però fateci vedere il mondo del cinema”.



Cineteca audio per i ciechi italiani.

Al risultato positivo ottenuto dal test seguì nel gennaio del 2003 un’importante riunione dei soci della Senza Barriere ONLUS. Introdussi l’incontro ripetendo la breve ma significativa frase dei ciechi:
“Ora però fateci vedere il mondo del cinema.”
A quest’affermazione seguì la presentazione del progetto per la produzione di almeno 48 audiofilm nel biennio 2003-2004. Produrre un numero così elevato di opere filmiche audiodescritte prevedeva da parte della Senza Barriere ONLUS un impegno strutturale, umano, tecnico ed economico notevole. La preoccupazione della Cooperativa si focalizzava anche sul fatto di dar vita ad un’iniziativa pionieristica, della quale nessuno poteva prevedere se avrebbe coinvolto ed entusiasmato il mondo della disabilità visiva nazionale.
Risposi alle preoccupazioni economiche, particolarmente sentite, illustrando i costi che la Senza Barriere ONLUS avrebbe dovuto sostenere, nei due primi anni di produzione e di prestito degli audiofilm. Nello specifico, per abbattere i costi di lavorazione si sarebbero utilizzati studenti universitari in ambito umanistico per la stesura dei testi descrittivi e speaker non professionisti per la narrazione. Solo successivamente, se l’iniziativa avesse avuto il consenso dei privi della vista italiani, si sarebbe proceduto a ricercare finanziamenti adeguati a sostenere una più cospicua produzione di audiofilm, utilizzando descrittori, narratori e tecnici professionisti.
Approvato dal comparto amministrativo della Senza Barriere il progetto economico, mi fu dato l’incarico di procedere. In quella sede come prima cosa si doveva dare un nome all’iniziativa e per questo furono poste le seguenti domande:
Cosa si stava realizzando? I film audiodescritti su quale supporto sarebbero stati dati in prestito? Chi sarebbero stati i fruitori? Il servizio quale territorio avrebbe coperto? La risposta fu univoca:
“Cineteca audio per i ciechi italiani!”.
Rimasto solo dopo la riunione, entusiasmo e preoccupazione per l’incarico ricevuto si mescolarono, fino a quando il mio pensiero volò ancora una volta alla serata di fine inverno del 1998, quando ritenevo l’arte cinematografica prerogativa dei soli vedenti; una convinzione non rimossa del tutto. Per questo avevo accettato l’incarico, per dimostrare ai ciechi italiani e a me stesso che i film ci possono emozionare anche se siamo privi della vista. Dopo questo breve flashback prese il sopravvento la realtà, dove la Cineteca audio per i ciechi italiani era un contenitore vuoto da riempire di contenuti inediti.



I primi 48 film autoprodotti.

La prima difficoltà da affrontare fu quella di conciliare il budget disponibile con i costi da sostenere per la produzione delle prime 48 opere. La ricerca su tutto il territorio nazionale di percorsi formativi finalizzati all’audiodescrizione, e la scoperta della assoluta mancanza di riferimenti in questo specifico settore, mi preoccupavano, ma l’entusiasmo dello staff della Senza Barriere ONLUS nell’affrontare un percorso pionieristico nell’audiodescrizione, mi coinvolgeva.
Completato il team composto da non vedenti, descrittori, narratori, tecnici al montaggio audio-video e collaboratori a vario titolo, l’attenzione si concentrò su quali fossero i film da scegliere. Nadia e Anna analizzarono molte opere, ma la mancanza di linee guida e di esperienza nella valutazione dei film da audiodescrivere portò alla stesura di un elenco di opere legato soprattutto al successo cinematografico.
Alla mancanza di esperienza nella scelta dei film si affiancava l’utilizzo di descrittori, narratori non professionisti e tecnologie analogiche. La paura di mancare l’obbiettivo si impadronì di me, ma di questa preoccupazione non feci parola con lo staff per non affievolire il loro entusiasmo.
Nei primi giorni del gennaio del 2004 (e successivamente anche nel 2005) il servizio prestiti della Cineteca audio per i ciechi italiani iniziò ad inviare, nelle abitazioni dei privi della vista da Trento a Palermo, le prime opere cinematografiche audiodescritte su CD. Tutto lo staff che aveva lavorato nei due anni precedenti vedeva finalmente il risultato del proprio impegno; soddisfazione alimentata ulteriormente dalle continue richieste di prestiti. Malgrado il successo dell’iniziativa, il turbamento per aver prodotto film audiodescritti di opere così importanti senza nessuna esperienza non mi abbandonava mai. Più ascoltavo queste icone del cinema nazionale ed internazionale audiodescritte, più mi rendevo conto della necessità di coinvolgere i ciechi nel compilare un nuovo questionario, finalizzato a comprendere se le descrizioni delle scene prive di dialogo nei film permettessero di seguire integralmente le opere.
Nel corso del 2005 arrivarono le risposte al questionario ed i ciechi promossero il lavoro svolto. Questa valutazione lusingava chi nello staff era vedente ma Nadia ed io, protagonisti diretti della cecità, ritenevamo la produzione troppo amatoriale in rapporto alle voci e ai suoni dei film. Il successo sperimentale dei primi due anni nella produzione e prestito degli audiofilm determinò, anche alla luce delle indicazioni e richieste da parte dei privi della vista italiani, la consapevolezza di essere sulla strada giusta, ma si doveva aumentare assolutamente la qualità descrittiva, narrativa e tecnica. Le risorse economiche avrebbero determinato la professionalità produttiva, operando anche il rifacimento delle opere autoprodotte; condizioni indispensabili per dare, nel corso degli anni, una struttura solida ed autorevole alla Cineteca audio.



La produzione professionale degli audiofilm.

Per arrivare a disporre di finanziamenti adeguati era necessario far conoscere ai vedenti, nello specifico ai funzionari preposti alla valutazione e assegnazione di contributi pubblici, cosa fossero gli audiofilm. Delegare il futuro della Cineteca audio al solo invio della documentazione scritta presumeva nei riceventi la conoscenza dell’attività proposta e non era così! Mi trovai ad analizzare gli aspetti comunicativi in grado di far comprendere, alle istituzioni pubbliche, quanto fosse importante per i disabili visivi italiani accedere per la prima volta alla cultura cinematografica, anche alla luce dei risultati già ottenuti.
Passai giorni e giorni a pensare come dimostrare ai funzionari e in genere ai vedenti come un film, nato per chi aveva il dono della vista, grazie alla creatività dell’essere umano e alle tecnologie potesse essere seguito anche dai disabili visivi. La risposta venne mentre in studio di registrazione il narratore, leggendo i titoli di testa di un film, disse: “Sceneggiatura di…”. A quel ruolo m’illuminai. Rivolgendomi al tecnico: “Ecco! Per far comprendere ai vedenti l’attività della Cineteca audio è necessario realizzare un video che riproduca la filiera lavorativa dal film fino all’audiofilm”.
Non persi tempo. Coinvolsi Anna ed iniziò una collaborazione che in pochi giorni si concretizzò in una specifica sceneggiatura. Il risultato finale fu un video della durata di sei minuti, nel quale erano riposte le speranze di far conoscere alla politica nazionale e locale ed ai funzionari pubblici l’attività della Cineteca audio per i ciechi italiani.
Venne il giorno della verità! Documentazione illustrativa nella mano destra e computer nella sinistra, mi presentai affiancato da alcuni soci della Senza Barriere ONLUS all’importante appuntamento per il futuro della Cineteca audio. Fummo accolti cordialmente dai funzionari del Ministero per i beni culturali. L’importanza dell’incontro aumentò la mia frequenza cardiaca, alimentando per l’ennesima volta il ricordo del fine inverno del 1998 nella sala cinematografica, alle prese con la cieca visione del film La vita è bella. Ritornato subito alla realtà, mi resi conto dei pochi minuti a disposizione per illustrare l’attività della Cineteca audio e della necessità che il Ministero la sostenesse concretamente.
Posata sul tavolo la documentazione illustrativa, presi il computer portatile e accordatomi il permesso, sullo schermo iniziò a scorrere il video della filiera lavorativa per la realizzazione e prestito di un audiofilm. Mentre i funzionari seguivano il video feci un respiro profondo per soffocare l’ansia, alimentata dalla consapevolezza che in pochi minuti si sarebbe decretata la vita o la morte della Cineteca audio. Alla fine del filmato illustrativo, nel più assoluto silenzio i funzionari presero in mano la documentazione. Dopo qualche minuto l’attesa fu rotta da un: “Vi faremo sapere”. Le successive strette di mano decretarono la fine dell’in-contro. Usciti da quell’ufficio austero, il rumore dei nostri passi ci accompagnò per qualche centinaia di metri, fino a quando esclamai: “Speriamo bene!”.
Successivamente la stessa situazione la vivemmo con l’organo politico e amministrativo della Provincia Autonoma di Trento. In quest’ultimo caso oltre all’aspetto sociale legato ai disabili visivi locali, fu evidenziato l’orgoglio trentino di aver dato vita in Valsugana all’unica Cineteca italiana finalizzata alla produzione di audiofilm per i privi della vista.
Mentre la produzione di audiofilm proseguiva e la richiesta dei disabili visivi da nord a sud dello stivale aumentava, la mancata comunicazione istituzionale del sostegno economico, preoccupava non poco il comparto amministrativo e lo staff della Senza Barriere ONLUS, visto che il contributo economico dei privi della vista era assolutamente insufficiente per coprire i costi di produzione e prestito degli audiofilm. In una bella giornata di sole, entrato come sempre in sede, fui travolto dai mille abbracci dell’intero team della Senza Barriere ONLUS. Ripresomi dalla sorpresa riuscii a spiccicare: “Cosa succede ragazzi?”. La risposta fu corale: “Finalmente! Le domande per l’assegnazione dei contributi per l’attività e l’acquisto delle attrezzature tecniche digitali della Cineteca audio sono state accolte!”. A quella bella notizia chiesi la parola e il brusio si trasformò in un silenzio interrogativo:
“Finalmente la Cineteca audio riceve dei contributi pubblici. Questa opportunità, ragazzi, deve concretizzarsi nell’aumentare la produzione e la qualità delle opere su CD audio. Se fino a questo momento realizzavamo audiofilm utilizzando descrittori e narratori non all’altezza delle voci degli attori e doppiatori presenti nei film, ora i contributi economici ci permettono, con oculata parsimonia, di ricercare e formare descrittori, narratori e tecnici audio-video, oltre a permetterci di passare dalle apparecchiature analogiche a quelle digitali”.
Partì la selezione dei descrittori, arrivando a formare in specifici generi cinematografici: Francesca Galvanetto, Alida Musumeci, Ivan Piacentini, Sabrina Rondinelli e Fabio Sordo, quest’ultimo il professionista che ha realizzato il maggior numero di descrizioni di film per disabili visivi in Italia.
Anche le voci delegate alla narrazione delle scene prive di dialogo nei film furono selezionate e formate in maniera specifica: Luca Cattani, Guido Bettali, Fabio Massimo Bonini, Giorgio Dalpiai, Claudio Quinzani e Flora Sarrubbo.
La formazione coinvolse anche i tecnici (Giorgio Debiasi, Carlos Morales e Alessandro Moranduzzo), l’addetta al servizio prestiti degli audiofilm (Irene Ropelato), alla quale per la sua disabilità motoria fu adeguata la postazione di lavoro; Nadia Costa, non vedente addetta al test d’ascolto; Anna Cassol, coordinatrice; la bambina Giorgia Pizzini e Francesca Fugatti, prive della vista e testimonial nei video, depliant e media della campagna promozionale della Cineteca audio; Fabrizio Trentin, responsabile dei sistemi informatici e per finire il comparto amministrativo della Senza Barriere ONLUS, con Federico Busarello ed altre figure operative che si sono succedute negli anni.
Risorse umane, queste, che hanno contribuito all’aumento della qualità descrittiva, narrativa e tecnica, arrivando a detta dei privi della vista italiani al livello delle voci degli attori e doppiatori dei film.



Le linee guida italiane ed europee sull'audiodescrizione.

La macchina professionalmente qualificata della Cineteca audio si mise in moto, operando la stesura del primo Manuale con DVD dell’audiodescrittore dove, grazie all’esperienza acquisita, si tracciarono le linee guida italiane sull’audiodescrizione delle immagini prive di dialogo nei film. Una pubblicazione che permise alla Senza Barriere ONLUS di aumentare la qualità delle audiodescrizioni e diventare partner europea dell’Università di Trieste, dell’Università College Artesis di Antwerp (Belgio), della televisione fiamminga Vlaamse Radio en Televisie di Bruxelles (Belgio), della televisione bavarese Bayerischer Rundfunk di Mona-co (Germania), dell’Istituto Politècnico di Leiria (Portogallo), dell’Università Autonoma di Barcellona e dell’Università Adama Mickiewicza di Poznan (Polonia), nel progetto europeo ADLAB –www.adlabproject.eu - finalizzato alla realizzazione di un e-book contenente le linee guida europee sull’audiodescrizione per i disabili visivi. L’esperienza nazionale ed internazionale acquisita ha portato la Senza Barriere ONLUS – Cineteca audio per i ciechi italiani – a diventare un punto di riferimento anche per studenti universitari per la stesura e pubblicazione di tesi sull’audiodescrizione.


Promozione ed innovazione.

Nel tempo, la promozione e la fruizione della cultura cinematografica nazionale ed internazionale audiodescritta crescevano, grazie al sito accessibile cineaudioteca.it, diventato punto di riferimento per i giovani ciechi e per le associazioni di disabili visivi territoriali e nazionali. Un risultato determinato dalla professionalità dello staff e dalle tecnologie digitali sempre all’avanguardia, che rispondono alle esigenze del presente ma con lo sguardo al futuro, progettualmente vivo nella Senza Barriere ONLUS.
Ma l’innovazione che ha inorgoglito l’intero staff è l’aver dato ai ciechi sparsi su tutto il territorio nazionale il privilegio di essere i primi al mondo a poter disporre sui sistemi operativi iOS e Android, e sui dispositivi audio Cineplay, Audiologic e Alexa, delle app e skill Cineaudioteca. Delle applicazioni semplici e intuitive, con le quali, dove i privi della vista possono ascoltare, quando e dove vogliono, le opere cinematografiche audiodescritte in catalogo.



I privi della vista anziani.

Se il presente e il futuro tecnologico coinvolgono e coinvolgeranno sempre più le giovani generazioni di disabili visivi, lo staff della Senza Barriere ONLUS non dimentica che i supporti CD sono usciti dal mercato. Una preoccupazione particolarmente sentita dai privi della vista soprattutto anziani, che da oggi possono disporre di una soluzione alternativa, studiata e realizzata dalla Senza Barriere ONLUS: il dispositivo audio Cineplay.


Da nord a sud: la cultura cinematografica entra nelle case dei ciechi.

I risultati ottenuti fino ad ora dalla Senza Barriere ONLUS – Cineteca audio per i ciechi italiani sono il frutto di anni di studio, ricerca, formazione e sacrificio, che hanno unito sotto il vincolo della cooperazione operatori vedenti e privi della vista, per un obbiettivo senza fini di lucro: trasmettere la cultura cinematografica e le emozioni di un film anche a chi non vede.
Oggi i ciechi, anche dai paesini più remoti dell’Italia, sono in grado di scegliere e seguire, in piena autonomia, le opere filmiche che hanno fatto la storia del cinema. Ma non basta il giornaliero impegno dei professionisti della Senza Barriere ONLUS; è di vitale importanza la collaborazione economica delle istituzioni pubbliche, perché il contributo dei ciechi non copre i costi di produzione degli audiofilm.



Dopo di noi.

Se i destini incrociati di Eraldo ed Anna diedero l’impulso alla nascita della Cineteca audio il destino, il 30 luglio del 2012, fermò prematuramente la sensibilità, la competenza, la creatività e la generosità di Anna. Qualità ereditate e condivise dall’intero staff della Senza Barriere ONLUS, assieme al suo pensiero:
“L’impegno giornaliero nella produzione e nel prestito degli audiofilm ai privi della vista, ottempera ad un principio costituzionale che va salvaguardato, perché la cultura è un patrimonio comune di tutti gli italiani, compresi i disabili visivi. Dopo di noi, la Senza Barriere ONLUS - Cineteca audio per i ciechi italiani, continuerà con altri operatori, ai quali lasceremo un numero elevato di film audiodescritti. Queste opere cinematografiche sono e saranno sempre proprietà indissolubile dei privi della vista italiani”.